Scout Speed
Da qualche anno ormai il classico e familiare autovelox è stato superato da un sistema di gran lunga più moderno ed insidioso: lo Scout Speed.
Ma che cos’è esattamente? E come funziona?
È bastato poco per ingenerare il panico tra gli automobilisti italiani, intimoriti da questo poco conosciuto dispositivo di rilevamento delle infrazioni per eccesso di velocità. Il motivo di tanta apprensione è semplice: lo Scout Speed sfugge (o meglio, come vedremo in seguito, sembra sfuggire) all’obbligo di preselezione introdotto dall’allora ministro delle infrastrutture e dei trasporti Alessandro Bianchi, risultando, appunto, “invisibile”. Nel 2007, infatti, il ministro introdusse per decreto legge alcune modifiche al Codice della Strada, e nello specifico aggiunse il comma 6 bis all’art. 142: “Le postazioni di controllo sulla rete stradale per il rilevamento della velocità devono essere preventivamente segnalate e ben visibili, ricorrendo all’impiego di cartelli o di dispositivi di segnalazione luminosi, conformemente alle norme stabilite nel regolamento di esecuzione del presente Codice.” Lo stesso ministro, però, nelle more dell’approvazione del decreto, firmò sempre nel 2007 un decreto ministeriale in cui stabilì che “le norme sulla presegnalazione delle apparecchiature non si applicano per i dispositivi di rilevamento della velocità installati a bordo di veicoli per la misura della velocità in maniera dinamica, ovvero a inseguimento” (art. 3).
Ed è qui che si sostanzia la vera novità (nonché la parte più controversa) introdotta dallo Scout Speed: questo sistema di rilevamento della velocità funziona infatti in modalità dinamica, in movimento, e non necessita di essere preventivamente segnalato.
Ma che cosa vuol dire?
Una volta istallato sull’auto della Polizia Locale, il dispositivo sarà in grado di rilevare la velocità delle vetture con un raggio d’azione di 360°, e dopo aver selezionato il limite da monitorare, le forze dell’Ordine potranno iniziare il pattugliamento dinamico delle strade rilevando il superamento dei limiti di velocità delle auto in entrambi i sensi di marcia.
Prestate quindi molta attenzione: qualora vi capitasse di incontrare un’auto della Polizia Municipale, questa potrebbe avere al suo interno il tanto temuto Scout Speed che, in caso di effrazione e grazie al suo raggio d’azione, vi avrà già fotografato e multato, e voi non ve ne sarete minimamente accorti. Non servirà a nulla rallentare all’ultimo o invertire il senso di marcia, sarà ormai troppo tardi.
La questione, tuttavia, merita di essere approfondita, poiché molte sono le novità che la riguardano.
Ad oggi, infatti, nonostante la situazione sembri apparire a dir poco sfavorevole per gli automobilisti che si trovano inermi dinanzi ad un controllo tanto nascosto ed insidioso, lo scenario sembra aver preso una direzione inaspettata, dando nuovamente speranza a milioni di conducenti italiani.
Il punto più controverso e più dibattuto del sistema dello Scout Speed, ossia il fatto che non necessiti di essere preventivamente segnalato e di non essere visibile come invece accade per ogni altra postazione di controllo sulla rete stradale per il rilevamento della velocità, è stato più volte affrontato dalla giurisprudenza italiana, la quale ha finalmente sciolto ogni dubbio in questione.
Il Tribunale di Paola (CS), infatti, in sede di appello con sentenza n. 129/2019, stabilisce con chiarezza che anche per lo Scout Speed debba ritenersi vigente l’obbligo di segnalazione preventiva. Di conseguenza, in assenza di cartelli o dispositivi luminosi che preannuncino l’utilizzo dell’apparecchio, il verbale relativo a un’infrazione stradale accertata con tale strumento deve ritenersi invalido e va annullato.
Il giudice di Paola (CS) ha ritenuto che, con riferimento allo Scout Speed, si debba procedere alla disapplicazionedel sopra citato articolo 3 del decreto ministeriale. Tale norma, infatti, è andata oltre i limiti fissati dall’articolo 142, comma 6 bis, del Codice della Strada, che demandava al Ministero solo la definizione delle modalità di impiego dei cartelli o dei dispositivi di segnalazione e non la previsione di specifiche deroghe all’obbligo in questione.
Gli automobilisti italiani, in conclusione, possono tirare un sospiro di sollievo: in questo caso tutelarsi dallo Scout Speed non solo è possibile, ma anche legittimo.
Avv. Silvia Scipione